Monastero di Batalha
È un monastero in stile manuelino che su costruito tra il XIV e il XVI secolo per volontà di Giovanni I come ringraziamento alla Vergine Maria e come simbolo della vittoria contro il re di Castiglia nella battaglia di Aljubarrota che si svolse proprio nei pressi del luogo dove sorge il monastero. I primi monaci si stanziarono nel monastero intorno al 1388.
Nel 1983 il complesso monasteriale è stato dichiarato Patrimonio dell'umanità dell’UNESCO per la bellezza della costruzione e l’importanza storica.
La costruzione del Monastero di Batalha richiese un grande dispendio di risorse e uomini, oltre che furono utilizzati stili e tecniche diverse. All’inizio lo stile impegnato era il gotico (nel disegno originario della chiesa, il chiostro e le principali sale del complesso) ed è evidente una somiglianza tra la chiesa di Santa Maria della Vittoria e la cattedrale inglese di York.
Successivamente venne usato lo stile gotico detto flamboyant, caratterizzato da linee sinuose, gli archi protendono verso l’alto come lingue di fuoco e gli archi si fanno sempre più sottili e accentuati. Questo stile è evidente nella facciata principale e nella sala capitolare, ma soprattutto nell’altezza che supera trentadue metri. All’inizio del 1500 i lavori furono proseguiti da diversi architetti portoghesi che diedero un’impronta rinascimentale al Monastero di Batalha.
Tar il 1750 e il i primi decenni del 1800, il monastero cadde in rovina: i finanziamenti scarseggiavano perché il re preferì dedicarsi alla costruzione di un’altra opera nei pressi di Lisbona, inoltre il terremoto del 1755 provocò diversi danni e, infine, con l’arrivo del 1834 con l’arrivo dei francesi i domenicani furono banditi dal Portogallo. Solo nel 1840 dopo Ferdinando II del Portogallo ordinò il restauro del monastero riportando all’antico splendore questa perla dell’arte gotica in Portogallo.
L’esterno del Monastero di Batalha è realizzato con la pietra bianca di Porto de Mós, ingiallita con il passare del tempo. La chiesa non presenta un campanile, caratteristica comune a tutte le chiese rette dai monaci domenicani.
La porta d’ingresso della chiesa è alta quindici metri e presenta elementi di stile manuelino come sfere armillari, angeli alati, funi, cerchi, ceppi ed archi. Su tutti i duecento archi della chiesa presentano inciso il motto “Leauté faray tam yaserei” – “sarò sempre leale” in omaggio al re Manuele I.
Una caratteristica distintive della chiesa è il portone principale che presenta 78 statue diverse, suddivise in sei ordini, che raffigurano re dell'Antico Testamento, angeli, profeti e santi, ognuna di esse è posta sotto un baldacchino. Vi sono poi statue degli apostoli che calpestano dei diavoli incatenati e Gesù Cristo in trono attorniato dai quattro evangelisti. La facciata occidentale presenta la Cappella del fondatore (Giovanni I), la parete laterale della navata di destra e il portone d’ingresso laterale; sul lato orientale ci sono invece il coro e la sala capitolare.
L’interno della chiesa è lungo e stretto in proporzione all’altezza, è sobrio e con pochi ornamenti. La luce entra nella navata centrale grazie a dieci finestroni con vetrate e due grandi finestre nelle pareti laterali. In totale all’interno della chiesa ci sono cinque cappelle compresa l'abside centrale.
La cappella di Giovanni I è a pianta quadrata ed è la sintesi perfetta degli elementi del gotico flamboyant e del gotico inglese; all’interno della cappella si trovano anche le tombe dei quattro figli della coppia oltre che della consorte. Al centro vi è una grande lanterna ottagonale.
Nel monastero vi è anche una cappella incompiuta, commissionata dal re Edoardo del Portogallo, a pianta ottagonale con sette cappelle più piccole i forma esagonale.
La sala capitolare del monastero presenta due statue militari di guardia ad un milite ignoto.
Il complesso di Batalha presenta due diversi chiostri: il chiostro di Giovanni I e il chiostro di Alfonso V. Il primo chiostro è molto sobrio con sculture gotiche con quadrifogli, fiordalisi, e rosette, sfera armillare e la croce dell'Ordine di Cristo. Il chiostro di Alfonso V è altrettanto sobrio e venne realizzato nel XV secolo, e all’umiltà architettonica si aggiungono elementi in stile manuelino.
